Torna il sole, non il tempo
13.4  – 31.5. 2022
At Gilda Contemporary Art, Milan, Italy

 

Gilda Contemporary Art presenta Torna il Sole, non il Tempo mostra personale di Anna Caruso a cura di Cristina Gilda Artese.

La prima personale di Anna Caruso nella galleria milanese nel cuore delle 5 Vie indaga i temi della memoria e dell’identità come frutto di una stratificazione storica di esperienze.

Il titolo richiama una antica espressione spesso riportata sulle meridiane “Torna il Sole, non il tempo” una sorta di monito a vivere il passare del tempo come un rituale in cui tutto rimane identico e al contempo muta.

Come in altre sue mostre, l’artista unisce la dimensione pittorica all’esplorazione dello spazio espositivo, avendo progettato la mostra come una vera e propria installazione che conduce lo spettatore e vivere una esperienza immersiva nel proprio personale immaginifico ma sollecitando anche nuove soluzioni ad ipotetici rebus visivi.

Scrive la stessa Caruso “Il senso del mio lavoro si spiega attraverso il continuo dialogo che lo spazio intesse con la memoria, in una dimensione di indeterminazione quantistica.
Dipingere per me significa riflettere anche sull’identità umana, e per questo mi servo di trasparenze e sovrapposizioni che si compongono sulla tela creando nuovi elementi percettivi, che si ricollegano alla liquidità della società occidentale in cui vivo.
Non è l’immagine ad essere rilevante, quanto piuttosto la sensazione di spaesamento che rimanda ad una riflessione sull’identità dell’uomo basata su ricordi, esperienze e invenzioni mnemoniche. La mia pittura oscilla, quindi, tra figurazione ed astrazione, in una dimensione che spazia da pittura a installazione. Il dialogo con lo spettatore è parte integrante dell’opera, specialmente per quanto riguarda le installazioni.
In esse viene richiesto uno sforzo partecipativo e cognitivo al pubblico, che viene lasciato libero di interagire con lo spazio reale e lo spazio costruito del lavoro stesso. Come nel cinema si usa la tecnica del montaggio delle attrazioni, così io lavoro su diversi livelli e piani sovrapposti, frammentando e ricostruendo, scomponendo e separando le immagini per creare un ribaltamento di percezione e significati.”

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La casa intorno al vaso
20.6  – 10.11. 2019
Opening:  June 20th 6-9 p.m – Finissage: September 8th 5 p.m

Casa Testori presenta la mostra personale di Anna Caruso: La casa intorno al vaso, un progetto site-specific, curato da Davide Dall’Ombra e pensato in stretta relazione con la figura di Giovanni Testori e la sua Biblioteca d’arte.
L’artista ha appositamente realizzato una serie di dipinti, wall drawings immersivi, carte e installazioni totalmente inediti, sperimentando tecniche nuove e lasciandosi interrogare dall’idea di appartenenza e strappo, caratteristiche di una figura come Testori e così ben rintracciabili tra le pareti della sua casa, un hub culturale giunto ormai al decimo anno di sperimentazioni nell’ambito dell’arte contemporanea.
L’uomo è l’unico essere vivente che, a quanto ne sappiamo, vive coscientemente l’ineluttabilità e il dramma della propria mortalità – dice l’artista – ben oltre l’istinto di sopravvivenza e conservazione della specie. Nella sua personale alla Thomas Masters Gallery di Chicago dello scorso gennaio, Anna aveva aggiunto un tassello alla sua ricerca sulla percezione umana della realtà, interrogandosi sulla visione soggettiva del tempo e sulla sinestesia che condizionano la nostra
memoria. La realtà filtrata e, in un certo senso cancellata, sconvolta e ricomposta, dalla nostra memoria è, infatti, al centro della sua ricerca, visibile in dipinti segnati dalla striatura geometrica che crea piani e spazi che si moltiplicano all’infinito. In un ritmo che fonde elementi di flora, fauna e architettura naturale e artificiale, ci obbliga a planare su questi piani, in un moto che, dagli occhi della percezione, non può che portare all’inseguimento di emozioni e ricordi. I nostri.
È così che salendo i gradini dello scalone, ci accoglie l’opera che dà il titolo alla mostra, La casa intorno al vaso, un vaso evocato e non rappresentato, quale simbolo della casa stessa, che è capace di abbracciare il vuoto dell’esistenza, anzi, proprio come il vaso, trae la propria natura e funzione dal circondare un’assenza.
Nella grande stanza da letto, una tela di oltre quattro metri apre la parete di fondo verso le montagne rocciose e tre piani sovrapposti di pvc trasparente dilatano i piani inclinati della prospettiva immaginaria dell’artista e dell’osservatore. Sulle pareti della camera successiva si fronteggiano la celebre Crocifissione del 1949, dipinta da Testori, e il personale omaggio dell’artista: un’opera di pari formato e, probabilmente, soggetto, per quanto possibile alla sincerità e alle contaminazioni, personali e del nostro tempo che siano.
Di fronte alla grande libreria si schierano quattro ritratti di pari formato. Sono Giovanni Testori e sua madre, l’artista e suo padre. Affetti e tensioni, inevitabilmente costruttive e distruttive insieme, si intrecciano in un profondo dialogo dell’imprevisto, tra storia culturale e degli affetti. Nella camera di Testori da ragazzo, il tema del nudo presente alle pareti – un tempo per le tele attribuite a Géricault e Courbet, oggi nel lavoro a esse dedicato da Andrea Mastrovito (2011) –
ispira alla Caruso un lavoro intimo, figlio dell’installazione presentata al Teatro Elfo Puccini lo scorso anno, in cui una nuvola di centinaia di disegni accarezza il visitatore. La piccola stanza finale accoglie mondi che si allargano ancora una volta. Anna dipinge tutte le pareti con un grande wall drawing e il pavimento coperto da una tela, ma la pittura non si dà confini, scalando i gradini che portano al solaio e interagendo con la grande conifera del giardino, che si staglia oltre la finestra.

LA CASA INTORNO AL VASO
di ANNA CARUSO
a cura di Davide Dall’Ombra
Casa Testori
largo Angelo Testori, 13, Novate Milanese (MI)
inaugurazione: giovedì 20 giugno 2019, dalle ore 18.00
in mostra: 21 giugno – 20 luglio e 26 agosto – 10 Novembre 2019
Ingresso libero
orari: dal martedì al venerdì, 10-13 / 14-18; sabato, 15.30-19.30
www.casatestori.it
info@casatestori.it
UFFICIO STAMPA CASA TESTORI
Maria Grazia Vernuccio
mariagrazia.vernuccio@gmail.com
tel. +39 3351282864

www.casatestori.it
info@casatestori.it

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PAESAGGI LIQUIDI
Anna Caruso e Isabella Nazzarri

A cura di Arianna Baldoni

26 – 29.10.2019
Palazzo Appiani, Piombino (LI)

Periodo di Residenza: 11 – 26 ottobre 2019
Luogo: Villa santa Giulia, località Santa Giulia, 57025 Piombino (LI)
Progetto artistico: Paesaggi liquidi
Artisti in residenza: Anna Caruso e Isabella Nazzarri
Curatore artistico: Arianna Baldoni
Coordinatore scientifico: Alberto Salvadori
Comitato scientifico: Irene Cafarelli, Marco Meneguzzo, Maria Letizia Paiato,
Alessandra Poggianti, Gianluca Ranzi, Eugenio Viola.

Si inaugura igiorno 26 ottobre a Palazzo Appiani di Piombino la mostra Paesaggi liquidi, risultato del progetto di residenza d’artista Santa Giulia Frantoio Arte, promosso e realizzato dall’Associazione Amici di Duccio con il finanziamento di Regione Toscana e Giovani Sì e il patrocinio/partenariato del Comune di Piombino. Il progetto di residenza, che ha preso avvio il giorno 11 ottobre presso Villa Santa Giulia (in Loc. Santa Giulia, 57025 Piombino, LI), si concluderà nella Sala Giovanardi dello storico Palazzo Appiani con la mostra a cura di Arianna Baldoni delle opere prodotte in residenza dalle artiste, Anna Caruso e Isabella Nazzarri, che presenteranno ciascuna una serie di dipinti e una installazione site-specific.
Nell’epoca della società “liquida” anche il paesaggio ha subito notevoli trasformazioni dovute a diversi processi di antropizzazione e dal differente modo di relazionarsi all’ambiente. Si tratta di cambiamenti diretti che incidono sul territorio, ma anche di un nuovo approccio al contesto. La natura, mutevole e in costante evoluzione, viene percepita con modalità diversificate nell’era della tecnologia, che ha generato un nuovo sentire, una sorta di ricerca intima e individuale, tuttavia sempre più interconnessa dall’uso dei social media, in quello spazio condiviso cui tutti appartengono, anche involontariamente. Prendendo spunto da questa nuova percezione umana, questo progetto di residenza, che si svolge in Alta Maremma Toscana, tra i Comuni di Piombino e Follonica, in un’area del litorale tirrenico divisa tra un passato industriale noto e riconosciuto e un presente “fluido”, ancora in cerca di identità, si propone di stimolare una riflessione sul rapporto tra la società, il singolo e l’ambiente. Per questa prima edizione di residenza d’artista sono state selezionate due giovani artiste, Anna Caruso e Isabella Nazzarri, per la ricerca originale e la poetica incentrata su tematiche inerenti al tema stesso della residenza, che per l’occasione si confronteranno con aspetti più specifici e peculiari legati alla realtà territoriale del luogo in cui ha sede la residenza. Le opere prodotte in residenza dalle due artiste saranno esposte nell’ambito della mostra dal titolo Paesaggi liquidi, curata da Arianna Baldoni, critico d’arte, giornalista e docente di storia dell’arte contemporanea, che si inaugurerà il giorno 26 ottobre nello storico Palazzo Appiani di Piombino.
I dipinti e le installazioni di Anna Caruso, in bilico tra astrazione e figurazione, riflettono il tema della memoria personale in riferimento allo spazio sia come architettura domestica o urbana, sia come ambiente naturale. Il ricordo e i processi mnemonici sono il filtro attraverso il quale l’artista milanese crea i suoi dipinti, caratterizzati da immagini frammentate, scomposte, talvolta evanescenti, secondo una molteplicità di piani che sembrano moltiplicarsi all’infinito, generando così nuove identità e al contempo facendo affiorare eventi passati e situazioni inedite in relazione allo scorrere del tempo. Il lavoro di Isabella Nazzarri analizza invece, sin dagli esordi, il paesaggio come insieme di elementi naturali e forme organiche particolari, dai soggetti vegetali dei primi dipinti astratti alle sculture in resina che richiamano concrezioni rocciose, fino alle ultime stampe digitali. Attraverso colori brillanti, l’artista livornese compone universi nitidi, superfici monocrome combinate a configurazioni irregolari, dove affiorano segni accentuati e lievi striature, a formare un paesaggio magmatico in movimento fluido. Per il progetto di residenza Anna Caruso ha realizzato una serie di dipinti come La vita che avrei voluto e Non ricordare, ricrea, nei quali la scomposizione e la sovrapposizione di
piani multipli richiama la mutevolezza, il movimento dinamico e il passaggio repentino da un’immagine all’altra, dove affiorano campiture geometriche a “scomparsa” simili flash mnemonici, fratture cromatiche, lacerazioni dai toni caldi oppure tenui, come se stessimo scorrendo le immagini su uno schermo digitale. In questo insieme di scorci naturali tutto si perde e poi rivive nella dimensione pittorica, nel gesto dinamico e volatile che nell’immagine sembra quasi congelarsi, resistendo al tempo, proiettando la storia recente nell’immediato futuro. Inoltre, Caruso ha realizzato un’installazione composta da alcune quinte in pvc serigrafate e dipinte che ritraggono uno scenario industriale, ispirandosi all’area delle storiche acciaierie di Piombino.
Se nell’opera di Caruso il paesaggio è inteso come insieme di segni, frammenti e
sovrapposizioni dinamiche dalle tinte tenui o calde, il paesaggio dai colori luminosi di Nazzarri, sorge e si eclissa lentamente nel tempo, un magma multicolore dove l’orizzonte persiste e al contempo diviene traiettoria evanescente, come la linea impercettibile dove terra e cielo si fondono.

Durante il periodo di residenza verrà realizzato un docufilm, che testimonierà l’attività artistica di Caruso e Nazzarri includendo diversi sopralluoghi in varie realtà, come quella delle Acciaierie di Piombino, le visite aperte al pubblico e alle scuole negli spazi della residenza d’artista e alcune brevi interviste alle artiste.

SANTA GIULIA FRANTOIO ARTE è un progetto dell’Associazione Amici di Duccio che si propone, senza finalità di lucro, di sostenere la ricerca scientifica nel campo della cura delle leucemie nei bambini e negli adolescenti, promuovendo l’attività creativa di giovani artisti e intellettuali, impegnati nelle arti e nella cultura moderna e contemporanea. Scopo del progetto è realizzare nel Sud della Toscana, in una zona tra le Province di Livorno e di Grosseto caratterizzata da un forte contrasto tra una originaria vocazione agricola e un recente/antico passato industriale ancora vivo, una residenza per giovani artisti emergenti a livello nazionale e internazionale, che vogliano far proprio l’obiettivo di creare un’opera originale nel campo delle arti visive e performative, aprendo e sviluppando un dialogo sull’arte contemporanea che coinvolga il tessuto culturale, sociale ed economico di un determinato territorio.

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THE THIRD MIRROR

January 11- 30  2019
Solo show – Thomas Masters Gallery, Chicago (USA)

Anna Caruso’s idea about Perception of Time stems from a person’s subjective experience of the passage of time, or their perception of a sequence of events, which can differ significantly not only between different individuals, but also in different circumstances. The works presented are about the analysis of human’s perception of time, synesthesia and memory. Synesthesia is a perceptual phenomenon in which stimulation of one sensory or cognitive pathway leads to automatic, involuntary experiences within a second sensory or cognitive pathway:  20% of people visualize Time with their “mind’s eye”, as something real or tangible.

Our sense of time seems to have originated as a result of human evolution, and it is not an innate or purely automatic process, but a complex activity that we develop and actively learn as we grow. Humans are, as far as we know, the only animals to be consciously aware of the passage of time and our own impermanence and mortality, and who have a consciousness of the past that is something more than just pure instinct or behavioural conditioning. When our brain receives new information from the outside world, the raw data does not necessarily arrive in the order required to process it properly. The brain therefore reorganises the information and presents it in a more easily understandable form. In my paintings I want to investigate the memory’s mechanism of recreation by combining figures and mental spaces. I use overlapping layers of colour and of transparency to simulate a false memory on the canvas.I’d like to investigate these themes working with stratification and decomposition of pictorial figures, architectures and nature. Anna Caruso wants to create a dialogue with the viewer, who is asked to reflect on their memories, their essence and vision of themselves in relation to the world compared with the white spaces on the canvases. At the same time, she proposes an analysis on different interpretative levels, which takes inspiration from the studies by the Austrian physicist and philosopher Ernst Mach: can the subjective notion of what human eyes see be considered the true reality?

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OVER THE EDGE
Silvia Beltrami, Anna Caruso, Debora Garritani, Milena Sgambato, a cura di Federica Picco

24 novembre -22 dicembre 2018
GARE 82, via Giulio Togni 43, Brescia

Nel corso delle diverse epoche, pensatori e intellettuali di ogni disciplina si sono interrogati sul concetto di “limite”. Se nel mondo antico questo era inteso come un confine prestabilito e chiuso, al di là del quale non era concesso spingersi (pensiamo, ad esempio, a Icaro e al suo volo: il desiderio di avvicinarsi sempre più al sole portò le sue ali di cera a sciogliersi, facendolo precipitare rovinosamente a terra), nella modernità è invece percepito come un qualcosa da superare, una soglia che apre sull’ignoto e si schiude all’infinito, rivalutando quella curiosità prima condannata come “concupiscenza degli occhi”. Nella poesia L’Infinito, Giacomo Leopardi esalta il concetto di limite identificandolo con la siepe che, impedendo lo sguardo, lascia che l’anima si apra all’immaginazione:
«E il naufragar m’è dolce in questo mare».
L’immaginazione: esiste strumento più efficace per oltrepassare i limiti? Non a caso si troverà, un secolo dopo Leopardi, al centro degli ideali surrealisti e, assieme alla fantasia e al sogno, sarà concepita come un fenomeno che innalza verso un cielo indefinito, prevaricando ogni confine temporale e materiale. Solo attraverso l’esaltazione dell’immaginazione tramite l’arte è possibile rompere i limiti assegnati all’uomo dall’austero regime della logica convenzionale.
La mostra “Over the edge” (“Oltre il limite”), presentata a Gare82, condivide con la lezione surrealista la necessità di appellarsi all’immaginazione per scavalcare ogni confine del tempo e dello spazio: i collage di Silvia Beltrami presentano una composizione prospettica complessa grazie alla quale l’artista riesce a conferire al supporto una profondità vertiginosa e un duplice movimento alle figure, provocando in chi osserva la stessa condizione di smarrimento e sradicamento che i suoi personaggi raccontano.
I colori tenui e le figure, che sembrano appena affacciarsi alla tela, di Anna Caruso attirano a sé come le sirene col loro canto, per emergere con sempre più forza man mano si osserva. L’artista racconta con delicatezza scene autobiografiche che però risultano falsate dalla memoria, indagando proprio i meccanismi che coinvolgono la percezione del tempo e dei ricordi.
Sul passare tempo si concentra anche la ricerca di Debora Garritani: le sue fotografie uniscono la moda contemporanea del selfie a scenari e simbologie tipici della vanitas, genere pittorico seicentesco incentrato sul tema della caducità della vita. In una fase storica caratterizzata da una società effimera, sempre più legata all’apparire che all’essere, l’artista invita a fermarsi e riflettere. Cosa ormai rara.
Il rapporto uomo-tecnologia interessa anche il lavoro di Milena Sgambato ma il concetto del superamento del limite è inteso ora nell’accezione negativa del termine. Lo straordinario sviluppo della tecnologia e la simbiosi in cui siamo entrati con essa ha causato una crisi delle relazioni interpersonali. Abbiamo superato il limite, il confine tra realtà reale e realtà virtuale.
Quindi, spegnete i vostri smartphone. Aprite la mente. Godetevi l’arte. Siate qui, ora.

 

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INDART – Industries Join Art – 6 – 23 settembre 2018

Nella splendida cornice dell’Orangerie della Villa Reale di Monza, è ospitata dal 6 al 23 settembre la prima edizione della mostra “INDART – Industries Join Art”, un evento innovativo che promuove la produzione artistica sostenuta e supportata da una cultura mecenatistica legata al tessuto industriale del Paese. La rassegna vede, infatti, protagonisti venti artisti contemporanei abbinati a dieci aziende italiane d’eccellenza che, con il loro talento e la loro creatività, hanno trasformato in venti opere d’arte inedite le materie prime messe a loro disposizione dai partner del progetto. La selezione degli artisti e l’accostamento alle aziende sono stati effettuati sulla base delle peculiarità di ciascun artista, da un Comitato Scientifico composto da importanti personalità del mondo dell’arte come Flavio Arensi, Valerio Dehò, Alberto Fiz, Franco Marrocco ed Elena Pontiggia. Gli artisti sono: Giovanni Albanese, Arcangelo, Maurizio Cannavacciuolo, Anna Caruso, Tommaso Cascella, Aldo Damioli, Ulrich Egger, Massimiliano Galliani, Omar Galliani, Giuseppe Gallo, Paolo Grassino, Riccardo Gusmaroli, Elio Marchegiani, Matteo Negri, Gianni Piacentino, Roberto Pugliese, Rosa Maria Rinaldi, Giampaolo Truffa, Luca Vernizzi, Dany Vescovi.

Exhibition info: INDART – Industries Join Art, Comitato scientifico: Flavio Arensi, Valerio Dehò, Alberto Fiz, Franco Marrocco, Elena Pontiggia.

When: 6 – 23 settembre 2018. Inaugurazione mercoledì 5 settembre, ore 18.30.
Where: Villa Reale di Monza – Orangerie, Viale Brianza 1, 20900 Monza.

  “Anche le cartine geografiche sono soggettive”, acrilico su tessuto non tessuto, 120×80 cm, 2018

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GIUGNO – OTTOBRE 2018

Anna Caruso + Ferdinando Bruni – DARKROOM@elfo

A cura di Flavio Arensi, Teatro Elfo Puccini, Milano

La nuova esposizione di art@elfo, curata da Flavio Arensi, nata dalla collaborazione fra Meetmuseum e Teatro dell’Elfo, propone un’opera ambientale composta da 300 disegni realizzati dall’artista milanese Anna Caruso e da un’installazione di Ferdinando Bruni dedicata al genio francese Jean Genet.
Darkroom@elfo è un dialogo a due voci che raccontano del sesso e della castità in modo ironico ma non volgare. I disegni di Anna Caruso scendono come impianto aereo in cui i soggetti richiamano i simboli della religiosità visionaria delle sante e si muovono nella stanza sopra l’opera di Ferdinando Bruni, composta da una serie di valigie dove i ricordi fotografici e le immagini dipinte si alternano in una sorta di viaggio nell’erotismo del Novecento, con richiami a Fassbinder, Guy de Maupassant e appunto Genet.
Darkroom@elfo è presentata in anteprima per una settimana, per poi essere riallestita in ottobre negli stessi spazi.

Ferdinando Bruni: protagonista della storia dell’Elfo dalla sua fondazione, è condirettore artistico del teatro con Elio De Capitani, attore e/o regista delle produzioni più importanti. Capace di passare dai ruoli classici per eccellenza – Amleto (lodato da Alastair Macaulay sul Financial Times) Shylock e Prospero – ai personaggi contemporanei più trasgressivi, negli ultimi vent’anni Bruni si è dedicato sempre più alla regia. Da Fantasticks (1983), passando per i successi fassbinderiani firmati con De Capitani, per Cechov, Tennessee Williams e la drammaturgia contemporanea, fino ai recenti esperimenti di Alice Underground e Rosso nei quali mette in gioco la sua abilità e sensibilità di pittore, creando originali cortocircuiti tra le arti.

Anna Caruso, nasce a Cernusco sul Naviglio (MI) nel 1980. Nel 2004 si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Bergamo. Vive e lavora a Milano. Lavora con gallerie italiane ed estere, tra cui lo Studio d’Arte Cannaviello di Milano, Anna Marra Contemporanea di Roma e la Thomas Masters Gallery di Chicago (USA).

art@elfo è un progetto di Flavio Arensi e Ferdinando Bruni che nasce da una collaborazione di Meetmuseum e il Teatro dell’Elfo iniziata con la ridefinizione del logo del teatro disegnato da Mimmo Paladino, insieme all’immagine guida della stagione teatrale 2016-2017 e alla realizzazione delle videoguide per la mostra Restituzioni di Galleria d’Italia. L’iniziativa intende trasformare l’ambiente del sottopalco, una sorta di scatola nera, in un luogo espositivo temporaneo sottolineando ancora una volta come l’identità dell’Elfo sia di essere un «teatro d’arte contemporanea». Fra gli artisti coinvolti Bertozzi&Casoni, Angelo Filomeno, Pietro Masturzo, Roberto Fanari, Aldo Nove, Massimiliano Pelletti, Augusto Perez, Marco Fantini, Mauro Staccioli, Luca Pozzi.

    

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DAL 6 OTTOBRE AL 3 DICEMBRE 2016

ANNA CARUSO – SEI SE RICORDI

a cura di Lorenzo Respi

Anna Marra Contemporanea è lieta di presentare Sei se ricordi, prima mostra personale a Roma di Anna Caruso, curata da Lorenzo Respi.

La mostra, che inaugura giovedì 6 ottobre 2016, accoglie quattordici dipinti inediti della produzione più recente dell’artista milanese. Dagli acrilici su tela del 2014, sino alle opere  realizzate ad hoc per l’occasione.

Fin dagli esordi Anna Caruso ha intrapreso un’intensa ricerca pittorica che l’ha costretta a confrontarsi con se stessa e a prendere coscienza di “essere fatta” di ricordi, di esperienze e di inquietudini.

L’artista racconta da sempre la sua storia sulla tela, in modo enigmatico e quasi ossessivo, trasferendo su di essa gli affioramenti delle memorie più intime. La componente temporale è, quindi, necessaria ed essenziale per comprendere l’impianto narrativo complesso e l’iconografia sofisticata che caratterizzano i suoi dipinti: il filtro del tempo, trascorrendo inesorabile, allontana ciascuno di noi dall’”essere stato” e trasforma così le vicende autobiografiche in una riflessione più universale sul senso della memoria.

Ogni tela è un intreccio di storie diverse, ogni tela è un palinsesto di frammenti di vita, ogni tela riporta i confini pittorici delle cesure del tempo.

Anna Caruso cerca costantemente di ricomporre, ricostruire e razionalizzare il proprio vissuto alla ricerca di certezze che, paradossalmente, il destino non le permetterà mai di avere. Tutto si raffredda, si congela l’attimo. Ecco, quindi, che per trovare questa certezza negata si rifugia nella pittura, dove nella composizione del quadro ricrea il suo mondo ideale, che protegge i ricordi belli e allontana quelli brutti, che fa i conti con il passato e interroga il futuro, consapevole che è un’illusione.

La scelta dei colori e il loro accostamento, la sovrapposizione delle immagini – uomini, donne, bambini e animali – le architetture astratte invasive e i boschi misteriosi in secondo piano, e perfino i titoli delle opere – tra cui, (fotografie) in mancanza d’altro (2016), Senza domande si apre il bosco (2016), Il lutto di ciò che perderemo (2016) -, sono i pezzi di un puzzle mentale che il visitatore della mostra deve pazientemente rimettere insieme per comprendere l’intimo messaggio esistenziale che Anna Caruso vuole trasmettere senza svelarcene immediatamente il senso. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Gangemi Editore con testo del curatore e sarà visibile fino al 3 dicembre 2016.

ANNA MARRA CONTEMPORANEA | via sant’angelo in pescheria 32 – 00186 Roma  |  tel. +39 06 97612389 info@annamarracontemporanea.it | www.annamarracontemporanea.it  | da martedì a sabato, dalle ore 15.30 alle 19.30

 

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DAL 5 MAGGIO AL 19 GIUGNO 2016

LA MOSTRA DI  ANNA CARUSO

S·I·L·L·A·B·A·R·I  DI GOFFREDO PARISE

L’esposizione presenta trenta opere – 15 tele, 1 libro disegnato e carte ad acrilico – dell’artista milanese dedicate al capolavoro dello scrittore veneto, nel trentennale della sua scomparsa.

Dal 5 maggio al 19 giugno 2016, lo Studio Cannaviello di Milano (piazzetta Bossi, 4) ospita la personale di Anna Caruso (Cernusco sul Naviglio, MI, 1980) che celebra Goffredo Parise (1929-1986), uno dei più lucidi intellettuali italiani del Novecento, a trent’anni dalla sua scomparsa.

L’esposizione, curata da Flavio Arensi, propone trenta opere – 15 tele, 1 libro disegnato e carte ad acrilico – dell’artista milanese che s’ispirano e interpretano i Sillabari, il capolavoro dello scrittore vicentino, composto da una serie di racconti brevi dedicati a sentimenti umani “essenziali” che, disposti in ordine alfabetico, compongono una sorta di dizionario.

La mostra di Anna Caruso prende spunto proprio da alcuni racconti di Parise, ma si muove intorno ai temi principali della sua produzione che contemplano la memoria, le immagini familiari, la rielaborazione della realtà come specchio dei sentimenti e delle esperienze personali.

L’opera letteraria di Parise si fonde con le suggestioni pittoriche di Anna Caruso, prendendo spunto da alcuni stralci biografici dello scrittore, come il suo rapporto con l’artista e compagna Giosetta Fioroni, che compare anche in alcuni dipinti. La vita della Fioroni e di Parise si sommano dunque alle figure e alle apparizioni che da sempre animano il lavoro di Anna Caruso, arricchendola di elementi narrativi che sembrano riportar sempre a uno stato sospeso fra sogno e realtà.

Il catalogo, pubblicato dalle edizioni All around art, presenta i testi del curatore e di Lorenzo Respi.

Note biografiche.

Anna Caruso, nata a Cernusco sul Naviglio nel 1980 e laureata nel 2007 all’Accademia di Belle Arti di Bergamo, con indirizzo pittura e restauro, vive e lavora a Milano.

Anna Caruso fa parte del gruppo “Nuova pittura italiana”, formatosi nell’ambito dello Studio d’Arte Cannaviello, che accoglie dieci promesse dell’arte italiana che, pur provenendo da differenti percorsi formativi, hanno trovato nella pittura la loro cifra espressiva più caratteristica.

Nel 2015 è invitata al premio Fabbri “Un secolo di Amarena”; nel 2014 vince il premio speciale al Talent Prize ed è finalista al Premio Lissone, al Premio Terna e al Premio Arte Laguna; nel 2013 è finalista al Premio Arte Mondadori, al Premio Combat, e al Premio Bonatto Minella. Tra le personali più recenti si ricorda “Tetris” allo Studio d’Arte Cannaviello (Milano) nel 2014.

 

ANNA CARUSO. I Sillabari di Goffredo Parise

Milano, Studio d’Arte Cannaviello (piazzetta Bossi, 4)

5 maggio – 19 giugno 2016

Inaugurazione: 5 maggio ore 18.00

 

Orari: dal martedì al sabato, dalle 11.00 alle 19.00

Ingresso libero

Informazioniinfo@cannaviello.net

 

Ufficio stampa

CLP Relazioni Pubbliche

Anna Defrancesco, tel. 02.36755700

anna.defrancesco@clponline.it; www.clponline.it

Comunicato stampa e immagini su www.clponline.it

Anna Caruso - Sillabari di Goffredo Parise, 2016

Anna Caruso - Sillabari di Goffredo Parise, 2016

Anna Caruso - Sillabari di Goffredo Parise, 2016

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